RILEGGIAMO I CLASSICI – Dalla Pentecoste di Manzoni l’invito a rinnovarci con l’aiuto dello Spirito Santo
Posted by redazione su 23 Maggio, 2021

La Pentecoste – attraverso la festività che cade 49 giorni dopo la Pasqua per ricordare la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e quindi la nascita della Chiesa – sviluppa il tema della novità del messaggio cristiano, che si rivolge democraticamente a tutti gli uomini e le donne.
La struttura del testo è composta da tre ampie sezioni, in cui si suddivide il ragionamento di Manzoni. Nella prima (vv. 1-48), il poeta traccia una storia universale della Chiesa, dalla crocifissione sul Golgota alla predicazione apostolica per mezzo del miracolo della polilalìa. Poi si spiega (vv. 49-80) che il messaggio cristiano è davvero democratico perché, di fronte alle ingiustizie e alle iniquità del mondo pagano, proclama la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza di tutti gli uomini. Le ultime strofe (vv. 81-144), organizzate come un’invocazione a Dio stesso, sottolineano l’effetto positivo della discesa dello Spirito Santo sull’umanità e – in coerenza con il progetto ideologico di tutti gli Inni – ribadiscono il valore universale e collettivo della fede, che, per essere davvero tale, deve superare individualismi e particolarismi degli uomini.
Dunque La Pentecoste di Manzoni diventa un potente strumento di invocazione allo Spirito Santo affinché discenda nel cuore dei potenti e li rinnovi, nel cuore degli umili e dei sofferenti per confortarli e sostenerli nella prova quotidiana. Di seguito la seconda parte dell’Inno sacro: la più squisitamente intensa ed umana.
Noi T’imploriam! Ne’ languidi
Pensier dell’infelice
Scendi piacevol alito,
Aura consolatrice:
Scendi bufera ai tumidi
Pensier del violento:
Vi spira uno sgomento
Che insegni la pietà.
Per Te sollevi il povero
Al ciel, ch’è suo, le ciglia,
Volga i lamenti in giubilo,
Pensando a Cui somiglia:
Cui fu donato in copia,
Doni con volto amico,
Con quel tacer pudico,
Che accetto il don ti fa.
Spira de’ nostri bamboli
Nell’ineffabil riso;
Spargi la casta porpora
Alle donzelle in viso;
Manda alle ascose vergini
Le pure gioie ascose;
Consacra delle spose
Il verecondo amor.
Tempra de’ baldi giovani
Il confidente ingegno;
Reggi il viril proposito
Ad infallibil segno;
Adorna le canizie
Di liete voglie sante;
Brilla nel guardo errante
Di chi sperando muor.
Foto dalla rete. Testo da Wikisource. Commento da Weschool library.
Rispondi